Precursore, inclassificabile e controcorrente, Johan Creten (nato nel 1963) è un artista che si è distinto nel panorama artistico internazionale degli ultimi anni in quanto figura forte, enigmatica e intrigante. Dotato di una visione estremamente attuale della nostra società, egli ha saputo ritagliarsi uno spazio specifico all´interno della scena internazionale della creazione contemporanea.
Originario di Sint-Truiden, borgo delle Fiandre, inizia i suoi studi nelle Accademie di Belle Arti di Gand e Parigi. Durante il soggiorno nella capitale francese, dove studia come pittore, scopre la ceramica e ne fa il proprio mezzo primario. I suoi continui spostamenti, dall´Aja a New York, da Roma – dove è stato borsista all´Accademia di Francia nel 1996 – sino al Messico e alla Florida gli sono valsi la definizione da parte della critica di The Cley Gypsy ovvero lo “Zingaro della Ceramica” accreditandolo per l´uso innovativo della materia.
Johan Creten si è distinto fin dagli anni Ottanta per l´uso innovativo della ceramica. Oggi è considerato una figura di spicco del suo rilancio nel campo dell´arte contemporanea. Un ulteriore aspetto della sua opera è l´uso virtuoso del bronzo nella realizzazione di sculture monumentali, di cui un importante esempio, “De Vleermuis – Il Pipistrello”, sarà presentato nei giardini di Villa Medici.
Con I Peccati, Creten raccoglie per la prima volta in Italia un insieme di cinquanta cinque opere in bronzo, ceramica e resina che dialogano con le opere storiche di artisti come Lucas Van Leyden (1494-1533), Hans Baldung (1484-1545), Jacques Callot (1592-1635), Barthel Beham (1502-1540) e Paul van Vianen (1570-1614), ai quali Creten si è ispirato.
Johan Creten parla di “Slow art” e della necessità di un ritorno all´introspezione. Un movimento, che va dalla miniatura alle figure monumentali, che ci permette di appropriarci del nostro tempo e di immergerci in un´esplorazione del mondo con i suoi tormenti individuali e sociali, per un viaggio pieno di sorprese ed emozioni. Le sculture di Johan Creten, realizzate appositamente per la mostra tra il 2019 e il 2020, si aggiungono alle opere che scandiscono la sua carriera dagli anni Ottanta a oggi, e sono qui abbinate a stampe, arazzi e bassorilievi del XVI e XVII secolo appartenenti alla collezione personale dell´artista. |
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